Che io nell'ultimo anno e mezzo sia una mezza zingara è assodato.
Sono però un'anima vagante del tipo pseudo moderno e quindi salgo e scendo dagli aerei con una certa frequenza, o come di dice adesso sono una viaggiatrice 2.0 che fa tanto
cool anche se nessuno sa esattamente a cosa significhi questo duepuntozero tranne i vagamente geek come me.
Tempo fà mi lamentavo delle psicotiche da aeroporto, e in particolare della
vacanziera mannara, oggi invece visto che i matti in giro non sono mai abbastanza, vi racconto quella del
religioso ridanciano.
Premessa: mi sono concessa un we lungo a Londra, ma per rientrare in ufficio per tempo e non dover spendere un patrimonio di voli ho dovuto prendere un volo con partenza alle 6:40 del mattino.
Una tragedia. Senza i miei due caffè italiani di ordinanza e con una sveglia puntata ad un orario chiaramente non umano chiunque sarebbe sembrato un morto vivente, io non ho fatto eccezione.
Sveglia alle 4 dopo una devastante notte di risvegli continui con la paura di perdere la navetta per l'aeroporto.
Poco caffè, molto rincoglionimento e un discreto odio verso il genere umano che potete ben comprendere.
Salgo finalmente sul mio aereo e accanto a me siede un baldanzoso giovanotto di gradevole aspetto.
Penso che finalmente la giornata stia svoltando in positivo.
E invece no!!
Il tizio tira fuori un tomo (chiaramente religioso) e comincia a farfugliare ciò che legge ondeggiando e con un bell'indice inquisitore a sottolineare i suoi farfugliamenti.
Angosciante.
Finalmente richiude il libro, lo posa, si appoggia allo schienale e chiude gli occhi.
Penso finalmente che, anche se le mie velleità sociali se ne sono andate a farsi benedire vista la stranezza del ragazzo, almeno posso riposare 10 minuti anche io.
Pia illusione.
Ad occhi chiusi comincia a tremolare e ridacchiare da solo.
La maschera della follia.
Mai fatto un viaggio peggiore.
Quasi ho rimpianto le due bambine isteriche che stavano smontando l'aereo un paio di mesi fa.
Oddio quasi...